Finalità

 

Riflessioni sulla mancata partecipazione del nostro Comune alla giornata FAI del 16 ottobre 2022

Domenica 16 ottobre 2022, si sono svolte in tutta Italia le Giornate del FAI, evento ormai di portata nazionale conosciuto da tutti.

 Ho fatto alcune riflessioni a riguardo, in quanto l’evento non ha toccato il nostro paese, focalizzandole soltanto sul segmento dei beni architettonici/storici di pregio che avevamo.

 Mancano all’appello, non essendo più disponibili, due  beni architettonici/storici di grande pregio culturale e paesaggistico, con parchi annessi, passati in mano a privati: Villa Poniatowski e Villa Tittoni.

 Per entrambi l’Amministrazione comunale non ha esercitato il sacrosanto diritto di prelazione. Purtroppo in queste due circostanze è mancata completamente una qualsiasi misera visione di turismo futuro, prima per Villa Poniatowsky – anche conosciuta come Villa Aguet – e, a distanza di molti anni dopo, con Villa Tittoni, sul nostro Lungomare; sottraendo nuovamente un’altra opportunità valoriale territoriale, su un bene architettonico di pregio dotato di un parco di palme, che oggi purtroppo non esiste più.

 Villa Poniatowski, insieme ad altre proprietà della famiglia Aguet, è stata purtroppo venduta ad un privato, dopo aver frazionato e diviso l’area del parco sottostante, quasi in concomitanza con la vendita della Strada Comunale delle Batterie. Il parco sarebbe stato il luogo ameno di eccellenza nel periodo estivo per la collettività, dove trovare rifugio dalla calura estiva, passeggiare, incontrarsi, giocare. Inoltre, la sua divisione ha permesso l’incommensurabile scempio ambientale e paesaggistico che oggi possiamo “ammirare” tutti dal belvedere sul Via del Faro.

 La mancanza di visione lungimirante verso i temi della cultura, unita ai condoni e al malaffare diffuso hanno sottratto BENI COMUNI a tutta la collettività e a tutti noi.

 Purtroppo indietro non si potrà tornare, ma è necessario destarsi, vigilare, portare a coscienza e ricordare questi fatti, affinché quel poco che rimane del patrimonio architettonico e storico nel territorio, non subisca, oggi, la stessa sorte.

 

Cosa invoglierà un turista a visitare il nostro territorio? Non si sa.

 Non c’è una biblioteca, non ci sono musei da visitare,  l’unico, nel cuore del Centro storico, aperto per la tenacia dei volontari, attende da anni un allestimento nuovo e la sua valorizzazione.

 Mancano attività e luoghi di aggregazione culturale; accessi alle spiagge libere degne di questo nome -non ci sono nemmeno nel versante della scogliera; molti sentieri da percorrere nella montagna sono pericolosi e privi di sicurezza.

 Rimane un lungomare assolato, non curato, disponibile, ma non ancora per molto. Ormai è di facile costatazione che a causa di siepi, cancelli e muri per sostenere strutture e insegne selvagge degli stabilimenti balneari, non avremmo nemmeno la possibilità di vedere il mare e la spiaggia, nella nostra futura passeggiata. Lo stesso è già accaduto lungo Via del Faro, dove soltanto in due punti si può ammirare il panorama, altrimenti occultato da sbarramenti visivi di ogni tipo! Questo grazie alla  totale disattenzione degli amministratori verso la valorizzazione del territorio!

 

Tutto ciò che oggi rappresenta un indotto economico facile da ottenere a scapito della conservazione dell’ambiente, dei beni paesaggistici, delle bellezze naturali e della qualità del mare, sarà domani per le nostre future generazioni, un impoverimento inarrestabile, perché non rimarrà alcunché che possa incentivare una visita a San Felice Circeo.

 Attenzione, questa non è una visione pessimistica, ma una costatazione di fatti.

 

Gianfranca Rainone

 

    Il fortino